Appalti pubblici, il regno della corruzione.

1E’ ormai evidente,  laddove viene indetta una gara d’appalto ecco annidarsi il pericolo della corruzione. E’ stato stimato che solo nelle grandi opere pubbliche, in termini di costi,  la corruzione  raggiunge  fino al 40% del valore totale dell’appalto.

La vicenda Consip ne è il caso emblematico. Politici, imprenditori , faccendieri, addirittura ufficiali delle forze dell’ordine,  tutti invischiati e impegnati a favorire, ad influenzare,  ad accaparrarsi l’appalto miliardario. E tutto ovviamente  a spese di noi cittadini.

 Anche a livello regionale e comunale  la storia non cambia granché. Quante volte  abbiamo sentito parlare di  bandi di gara costruiti su misura?  Di gare d’appalto poco trasparenti ?  Di pressioni di questa o quella impresa? Di affidamenti diretti  prorogati di anno in anno sempre alla stessa impresa ?  Del ricorso costante  allo stato di urgenza e necessità  per aggirare le regole ordinarie ?  Di varianti di lavori che  fanno  lievitare vertiginosamente  i costi iniziali ?

Il quadro  è purtroppo  desolante . E’  giunto  forse  il momento di cambiare rotta  e intraprendere un serio percorso di rinnovamento  nel segno dell’imparzialità e della trasparenza.

Una delle soluzioni auspicabili  che potrebbe arginare enormemente il fenomeno della corruzione è paradossalmente  quello di modificare o di eliminare del tutto  la modalità di gara  dell’offerta più bassa o dell’offerta economicamente più vantaggiosa.  Come ?  E’ semplice:  costi certi dell’appalto e sorteggio delle imprese interessate.

Di seguito eccone un esempio.

L’ Amministrazione o Stazione Appaltante attraverso un avviso pubblico  descrive perfettamente l’opera e il costo stimato  per la sua realizzazione. Il tutto  attraverso un’attenta  e minuziosa analisi dei  costi di mercato (materiali e manodopera),  delle possibili criticità in fase di realizzazione  (  varianti), nonché degli standard di qualità da rispettare  durante e dopo la realizzazione.

In poche parole il costo dell’opera pubblica lo decide e lo fissa una volta per tutte  lo Stato . Pertanto, nessuna gara al ribasso  e nessuna variante se non in casi estremi e possibilmente valutabili preventivamente.

 Le imprese, qualora in grado di garantire gli obblighi  e gli standard di realizzazione richiamati nell’avviso pubblico,   non dovranno far altro che manifestare il proprio interesse  per  la realizzazione dell’opera .

Dopo di che,  attraverso un sorteggio  pubblico,  nel rispetto di tutti i crismi di trasparenza e legalità, l’impresa estratta si  vedrà aggiudicare l’appalto .

Sarà poi obbligo dell’impresa  stessa rispettare  perfettamente i  costi e i tempi di realizzazione dell’opera, pena,  oltre al risarcimento del danno,  l’inammissibilità temporanea o perpetua  ( a seconda della gravità dell’inadempimento) ad altre gare pubbliche.

Al fine di garantire il principio di rotazione fra le imprese, l’impresa che si sarà aggiudicata la gara non potrà partecipare per un certo lasso di tempo alle gare  che verranno  indette nella stesso ambito regionale o comunale .

In definitiva,  1) costi già imposti e previsti , quindi certi;  2) nessun rischio di corruzione poiché il sorteggio  garantirebbe la totale trasparenza e imparzialità nell’assegnazione dell’appalto,  3) pene severe a chi non rispetta i tempi nonché gli standard di realizzazione dell’opera pubblica.

Discorso a parte, ovviamente,  meritano i controlli dei lavori in corso d’opera  e le relative certificazioni e collaudi  per i quali bisognerebbe garantire altrettanta   trasparenza  e imparzialità

Tutto è migliorabile e perfettibile ma tenendo ben saldo  il rispetto dell’interesse pubblico e del buon andamento della pubblica  amministrazione.

DICIAMO NO ALLA CORRUZIONE NEGLI APPALTI PUBBLICI

MOVIMENTO 5 STELLE MIGLIONICO

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